Come vedremo più avanti, il modello presentato costituisce la “versione base” del quadro logico.
Infatti, è possibile (anzi, consigliato) aggiungere colonne riferite al valore di partenza di ogni indicatore, al valore che ci si prefigge di raggiungere e al valore attuale rilevato in momenti prefissati della vita del progetto, a scopo di monitoraggio.
È inoltre possibile definire in modo alternativo i diversi livelli della logica d’intervento, ovvero in termini di impatto (= obiettivo generale), esito (= obiettivo specifico) e output (= risultati attesi o prodotti tangibili); e aggiungere “obiettivi intermedi” alla logica d’intervento.
Tuttavia, poiché queste modifiche non cambiano l’impianto del quadro logico “modello base” ma ne dettagliano soltanto alcuni aspetti, preferiamo mantenere una struttura più semplice a scopo illustrativo ed esemplificativo.
[2] Per approfondire:
La colonna in alto a destra del quadro logico viene lasciata vuota: riporta infatti la sigla “n.d.” (non disponibile) nello schema proposto. In un quadro logico le condizioni indicano ciò che è necessario, insieme a quanto previsto dalla logica di intervento del progetto, per realizzare quanto previsto al livello successivo, più generale. I risultati attesi vengono raggiunti grazie alle attività e al verificarsi di alcune condizioni, indicate a fianco delle attività; l’obiettivo specifico si realizza grazie ai risultati e a determinate condizioni, indicate a fianco dei risultati; e via dicendo. Poiché non esiste un livello successivo all’obiettivo generale, non occorre indicare condizioni a fianco dell’obiettivo generale.
[3] Per approfondire:
Il processo di elaborazione di un quadro logico non segue necessariamente l’ordine di questa descrizione. La descrizione fornita in questo capitolo procede in senso logico, dal livello più generale al livello più particolare, dalla definizione della logica di intervento agli aspetti più specifici. Il processo per la definizione di un quadro logico invece, descritto nel prossimo capitolo, può seguire un ordine diverso: include l’analisi dei problemi e delle soluzioni, l’analisi del contesto e degli stakeholder, la definizione di una strategia d’intervento e altri aspetti ancora.
Un quadro logico può essere letto dall’alto in basso e da sinistra a destra, dal generale al particolare, come proposto nella descrizione che segue. Tuttavia, può anche essere letto dal basso verso l’alto e da sinistra verso destra, dal particolare al generale: questo ordine di lettura alternativo permette di seguire il concatenamento e la coerenza della logica del progetto a partire dagli aspetti più specifici. Gli esempi qui sotto illustrano i principali sensi di lettura di un quadro logico. Entrambi i sensi di lettura sono utili e complementari alla strutturazione di un progetto.
[4] Questo aspetto verrà ulteriormente approfondito in un paragrafo dedicato alla definizione della strategia d’intervento.
[5] Per approfondire:
Le versioni più estese del quadro logico, che vedremo alla fine del prossimo capitolo dedicano colonne ad hoc a queste dimensioni, per esplicitare in modo chiaro baseline e valore-target di ogni indicatore (con anno di riferimento di questi valori) e il valore dell’indicatore in specifici momenti della vita del progetto (valore attuale), sottolineandone l’importanza.
Questa maggior attenzione risponde al consolidarsi di pratiche e processi nel mondo dell’europrogettazione e all’esigenza di monitorare e provare in modo il più possibile rigoroso il raggiungimento di obiettivi e risultati dei progetti: un atteggiamento doveroso nei confronti delle istituzioni comunitarie e nazionali, dei contribuenti, delle comunità beneficiarie e delle organizzazioni attive nello stesso ambito.
[6] Il lungo processo di dibattito, revisione e approvazione del bilancio comunitario (dedicato in massima parte al finanziamento di programmi) ne dà piena testimonianza. Qui un approfondimento su questo tema.
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3.3
Come strutturare un progetto: il processo e gli strumenti
L’idea progettuale: mettiamola alla prova
L’accesso ai finanziamenti comunitari parte dalla formulazione di una prima idea progettuale, che può nascere da valutazioni di tipo molto diverso. Ad esempio:
dalla risposta ad un bisogno specifico delle imprese, della società civile o delle istituzioni di un territorio;
dalla realizzazione di una ricerca scientifica, di un prodotto artistico o di un’idea imprenditoriale;
dal desiderio di intensificare gli interscambi con altri soggetti per ampliare l’utilizzo di informazioni, esperienze e buone pratiche.
La definizione di una buona idea progettuale è di fondamentale importanza per lo sviluppo successivo del progetto. Essa richiede a sua volta una serie di importanti attività preliminari:
la raccolta di informazioni relative al contesto;
la formulazione delle motivazioni dell’azione che si intende perseguire;
l’analisi del proprio di grado di capacità nel presentare e gestire il progetto;
la raccolta di informazioni e l’analisi di quanto già realizzato nello stesso ambito, in Europa e sul territorio di riferimento;
la riflessione sulla possibilità di produrre un impatto significativo sui beneficiari, in linea con quanto richiesto dai finanziatori;
la ricognizione delle fonti di finanziamento e la strutturazione di un progetto sostenibile.
La Commissione europea (e più in generale l’insieme degli attori operanti nell’ambito dei progetti finanziati) si è dotata di una serie di strumenti metodologici per la concezione dei progetti, per il loro monitoraggio e per la valutazione dei loro risultati.
Il “quadro logico”
La solidità di un’idea progettuale può essere valutata sulla base delle categorie del cosiddetto “quadro logico” dell’intervento (logical framework), uno degli strumenti più importanti per l’europrogettazione.
L’elaborazione del quadro logico costituisce uno dei primi passi dell’attività di progettazione e permette di sintetizzare in un solo documento gran parte del lavoro di analisi necessario alla formulazione del progetto vero e proprio. Questo documento diventa poi la base per valutarne i progressi e le realizzazioni in fase di esecuzione.
La struttura essenziale del quadro logico è riportata qui di seguito. Le diverse categorie che esso utilizza sono definite e analizzate nei paragrafi successivi.
Il quadro logico
La prima colonna del quadro logico identifica la logica dell’intervento, ovvero l’insieme di obiettivi, risultati e attività che illustrano la strategia operativa del progetto. Le colonne successive servono a dare concretezza all’intervento e fungono da base per il monitoraggio.
Quanto segue costituisce una descrizione dei diversi elementi del quadro logico. Più specificamente:
Nel prossimo paragrafo vengono definiti i livelli della logica dell’intervento;
Nei paragrafi successivi vengono definite le colonne relative a indicatori, fonti di verifica e condizioni.
Strutturare la logica dell’intervento
Logica dell’intervento:OBIETTIVO GENERALE
Definizione: contributo del progetto a un impatto politico e strategico più ampio (IMPATTO).
Esempio:
Promuovere lo sviluppo economico e sociale delle aree alpine.
Domande fondamentali:
Qual è l’impatto generale che si desidera creare?
È coerente con le priorità regionali, nazionali ed europee?
Consigli:
Identificare chiaramente area e popolazione target.
Verificare coerenza con i bisogni strategici del territorio.
Evitare duplicazioni con altri interventi.
Logica dell’intervento:OBIETTIVO SPECIFICO
Definizione: l’esito derivante dalla realizzazione del progetto (ESITO).
Esempio:
Creare nuove opportunità occupazionali nel settore turistico per i giovani delle aree alpine.
Domande fondamentali:
Quale problema affronta il progetto?
A quale bisogno dei beneficiari risponde?
Consigli:
Identificare con precisione i beneficiari finali.
Verificare la realizzabilità dell’obiettivo.
Assicurarsi che sia coerente con l’obiettivo generale.
Logica dell’intervento:RISULTATI ATTESI
Definizione: ciò che il progetto produce concretamente (OUTPUT).
Esempi:
Migliorare le competenze dei giovani nel settore turistico.
Stimolare l’imprenditoria giovanile.
Migliorare le capacità di assorbimento occupazionale del settore turistico.
Domande fondamentali:
Quali risultati concreti servono per raggiungere l’obiettivo?
Come si articola il problema nelle sue diverse dimensioni?
Consigli:
Scegliere risultati pertinenti e realistici.
Garantire coerenza tra risultati e obiettivo specifico.
Assicurare che ogni risultato sia realizzabile e misurabile.
Logica dell’intervento:ATTIVITÀ
Esempi:
Corsi di formazione per giovani disoccupati.
Promozione dell’insegnamento di lingue e cultura locale.
Schemi di microcredito.
Helpdesk per giovani imprenditori.
Stage e programmi formativi con imprese.
Rafforzamento delle parti sociali del territorio.
Domande fondamentali:
Quali attività servono per raggiungere ogni risultato?
Con quali risorse e in quali tempi?
Consigli:
Dettagliare le attività in modo completo ma non eccessivo.
Considerare anche la loro distribuzione temporale.
Verificare l’ammissibilità delle attività rispetto al bando.
Completare il quadro logico
Il quadro logico comprende indicatori, fonti di verifica, mezzi, costi e condizioni, che danno concretezza e precisione alla descrizione del progetto.
Indicatori
Definizione: misurano il raggiungimento di obiettivi o risultati; devono essere oggettivamente verificabili, con baseline e valore-target.
Esempi:
Impatto: riduzione della disoccupazione giovanile del X%.
Esito: aumento dell’occupazione giovanile nel settore turistico.
Output: X nuovi programmi formativi, X giovani formati.
Domande fondamentali:
Attraverso quali parametri misuro il raggiungimento dei risultati?
Sono misurabili e verificabili?
Consigli:
Preferire parametri semplici, pertinenti e accessibili.
Definire baseline e target già in fase iniziale.
Usare indicatori diversi per impatto, esito e output.
Fonti di verifica
Definizione: documenti e fonti che permettono di misurare gli indicatori.
Esempi:
Statistiche nazionali e regionali.
Dati delle camere di commercio.
Dati del Ministero dell’Educazione.
Raccolta dati interna al progetto.
Domande fondamentali:
Quali fonti utilizzo? Sono attendibili?
Chi raccoglie i dati e con quale frequenza?
Consigli:
Preferire fonti affidabili e documentali.
Limitare l’uso di dati auto-generati.
Mezzi
Esempi:
Team tecnico e amministrativo.
Insegnanti e formatori.
Sale e materiali.
Infrastrutture e accreditamenti.
Domande fondamentali:
Quali risorse servono?
Quali sono disponibili internamente?
Consigli:
Definire mezzi realistici e complementari.
Costi
Esempi:
Costi totali del progetto.
Cofinanziamento dei partner.
Introiti generati dal progetto.
Domande fondamentali:
I costi sono proporzionati ai risultati?
Sono ammissibili e verificabili?
Consigli:
Dettagliare costi per attività.
Usare categorie rendicontabili.
Condizioni (Ipotesi)
Esempi:
Mantenimento dell’attrattività del territorio.
Stabilità sociale ed economica.
Quadro normativo stabile.
Collaborazione degli attori territoriali.
Domande fondamentali:
Quali condizioni esterne influenzano il progetto?
Quanto sono probabili e quanto impattano?
Consigli:
Indicare ipotesi pertinenti, realistiche e non ridondanti.
Evitare condizioni troppo rischiose.
Dall’analisi al quadro logico
Una buona proposta progettuale richiede un’analisi accurata del contesto, dei bisogni, dei problemi e delle possibili soluzioni. Lo strumento più utilizzato è la matrice SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats).
Nel contesto dei fondi europei, lo strumento più utilizzato per costruire la logica di progetto è l’albero dei problemi,
insieme al corrispondente albero delle soluzioni.
Albero dei problemi
Nell’esempio seguente l’albero dei problemi viene trasformato nell’albero degli obiettivi,
che costituisce l’ossatura della logica dell’intervento.
Albero delle soluzioni
La logica PCM
L’utilizzo del quadro logico è associato all’approccio PCM (Project Cycle Management), che definisce le fasi-chiave di un progetto,
come spiegate nella guida ufficiale della Commissione.
Logica PCM
Nella logica PCM ogni fase è collegata alla precedente e prepara la successiva. Vale sia per i proponenti sia per i finanziatori.
Per i proponenti: analisi preventiva, valutazione e programmazione sono fasi cruciali.
Per gli enti finanziatori: anche i programmi europei seguono una logica di progettazione, con valutazione, definizione di obiettivi, risultati e attività.
Le attività del progetto contribuiscono a un monitoraggio più ampio a livello di programma.
Gli obiettivi del progetto si inseriscono in scale più grandi (politiche, strategiche, territoriali).
I criteri di monitoraggio e valutazione
I criteri (rilevanza, efficienza, efficacia, impatto, sostenibilità) guidano sia la progettazione sia l’assegnazione dei finanziamenti.
Criterio: Rilevanza
Significato: appropriatezza degli obiettivi del progetto rispetto al bando e al contesto.
Dove si applica: dal contesto alle azioni.
Criterio: Efficienza
Significato: qualità e rapidità con cui risorse → attività.
Dove si applica: nella quantificazione delle risorse.
Criterio: Efficacia
Significato: capacità dei risultati di generare l’obiettivo specifico.
Dove si applica: dai risultati all’obiettivo specifico.
Criterio: Impatto
Significato: contributo del progetto agli obiettivi più ampi.
Dove si applica: dall’obiettivo specifico all’obiettivo generale.
Criterio: Sostenibilità
Significato: capacità del progetto di produrre benefici duraturi.
Dove si applica: trasversalmente a tutto il progetto.